L'incisione
a puntasecca è una tecnica calcografica diretta applicata
preferenzialmente su lastre di rame. L'attrezzo
utilizzato è una punta d'acciaio molto appuntita e immanicata. La punta
si impugna come una matita. La
principale differenza con la tecnica del bulino è che con la puntasecca
il materiale non viene asportato dai solchi ma solo spostato. Si formano
così delle barbe a lato dei solchi, cioè dei rialzi. Le barbe
trattengono inchiostro che trasferiscono sulla carta creando così dei
caratteristici aloni vellutati attorno ai segni. Le
barbe però durante la stampa sono progressivamente schiacciate dal
torchio e si perdono così i chiaroscuri peculiari di questa tecnica.
Per questo motivo da una matrice di rame a puntasecca non acciaiata non
si ottengono generalmente più di venti buone stampe. Nella
puntasecca su plexiglas le barbe sono quasi inesistenti e vengono
eliminate come accade nel bulino. Per questo motivo aumenta il numero di
esemplari stampabili. Questa
tecnica fu utilizzata, fra gli altri, da "Maestro del Libro di
Casa" (seconda metà del 1400), A.Dürer
(1471-1528), A.Meldolla (lo Schiavone) (1520-1563), Rembrandt
(1606-1669), E.Munch (1863-1944), O.Dix (1881-1969), M.Beckman
(1884-1950), E.L.Kirchner (1880-1938). TORNA
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