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Nato
a Morfasso, ha vissuto la sua giovinezza a Parigi. Attualmente vive a
Carpaneto Piacentino. Autodidatta,
alterna paesaggi a nature morte.
La
sua vera passione è l'iperrealismo, una corrente pittorica che si
propone di riprodurre la realtà escludendo qualsiasi interpretazione
diversa affermatasi
soprattutto negli Stati Uniti all'inizio degli anni settanta e
caratterizzata da un ritorno alla realtà, colta nei suoi aspetti più
consueti, quotidiani, a volte banali. Il prefisso "iper"
indica rispetto alla tradizione del realismo americano, non tanto una
accentuazione della qualità illusionistica dell'immagine, quanto
piuttosto il suo divenire, attraverso la mediazione della tecnica
fotografica, immagine "seconda": l'artista, cioè, rielabora un testo fotografico, ovvero l'oggetto quale appare attraverso il
filtro non innocente della macchina. La descrizione dettagliata delle
forme, la loro riproduzione "oggettiva", in una parola il
trompe l'oeil non cancella la deformazione subita dell'ingrandimento del
negativo; gli oggetti, perdute le dimensioni consuete, divengono
paradossali e insoliti. Si avverte, nella ricerca di "neutralità"
propria del ricorso alla fotografia, un'aria di famiglia con le di poco
precedenti esperienze della pop-art incentrate, almeno in alcuni degli
esempi più significativi, sulla cancellazione del tocco, della mano
dell'artista. Esponenti di questa tendenza sono, negli Stati Uniti,
Morley, Estes, Goings, Close, Colville, Posen e, in Italia, in
particolare Domenico Gnoli.
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